sabato 26 marzo 2016

Frizzante marzo per Itaca Min Fars Hus con Amor Mortis e in Poesia - baratti di musica e versi


STINGING  MARCH for Itaca Min Fars Hus
Due grandi eventi per ITACA MIN FARS HUS in questo frizzante mese di marzo 2016
Amor Mortis l'8 marzo e in Poesia il 21 marzo


L’8 marzo  in occasione della festa della donna. è tornato Amor Mortis, voci di donne tra albe tramonti, ormai uno spettacolo cult di Itaca Min Fars Hus, nell’interpretazione esclusiva della sua autrice, Anna Stomeo, che lo ha scritto nel 2013 e per due anni lo ha portato in scena con Barbara Castrignanò, e oggi è tornata ad interpretarlo da sola in un gioco di voci unico e suggestivo che alterna canto e recitazione, emozioni e riflessioni senza soluzione di continuità.


ITACA MIN FARS HUS Gruppo Teatrale di Sperimentazione



AMOR MORTIS - Voci di donne tra albe e tramonti 
di e con Anna Stomeo



Foglio di Sala



Attraverso l’evocazione di ancestrali sonorità mediterranee lo spettacolo, scritto e interpretato da Anna Stomeo, racconta storie di oggi smarrite tra esordi e declini, tra apparizioni e sparizioni, tra amore e morte. 



In una sola donna parlano più donne e lo fanno ricorrendo alla testimonianza diretta, ma anche all’evocazione del passato  e alla suggestione del  mito, in una sorta di tempo sospeso in cui l’alba si intreccia al tramonto, la speranza al disincanto, l’illusione alla disillusione. 



Una sola voce sembra moltiplicarsi per raccontare “a più voci”  storie di donne che hanno incontrato la violenza dei loro uomini e ne sono state vittime, fino a percepire fino in fondo, sul proprio corpo, il legame tra amore e morte, intesi non più solo come poli che, inevitabilmente, si contrappongono nelle forti passioni, ma quasi come ineludibile destino che sembra sopraffare la vita delle donne nel presente non meno che nel passato.

In un continuo fluire di suoni, parole e canti, la voce rievoca sensazioni, affetti, paure, odi e amori, fondendoli e confondendoli con le immagini mitiche e con i richiami ancestrali che riportano la femminilità ad una dimensione originaria di incontro e di fusione con la natura. 
Il dolore delle donne che subiscono violenza e che sono maltrattate e uccise dai loro stessi uomini diventa, allora, occasione per una riflessione più profonda, che vorrebbe andare oltre l’indispensabile denuncia del “femminicidio”, per affrontare l’animo femminile nella sua espressione più autentica.

Fondamentale, in questo senso, il richiamo al mito e a ciò che la sua narrazione comporta in termini di comprensione della realtà umana e naturale. 

Demetra, Medea e Cassandra sono le eroine mitiche, portatrici di una cultura del corpo e della terra, venute dal passato a testimoniare nel presente l’atavica sofferenza delle donne.  Attraverso le loro storie e le loro voci il mito si ribalta e rivela la sua valenza nel presente.
Demetra, Terra Madre, massima espressione della soggettività femminile, emerge come simbolo della capacità delle donne di generare sulla base di una scelta che la prevaricazione del potere maschile di Zeus trasforma in mera funzione riproduttiva. 

Il mito di Demetra definisce la stretta corrispondenza tra le stagioni dell’anima e quelle della natura, rappresentata dal ciclo naturale della Vita e dal suo evolversi e degradare, tra nascita e morte, tra disperazione e speranza.

Accanto a Demetra, l’immagine di Medea e l’immagine di Cassandra emergono nitide a testimoniare due modi differenti e tragici di affrontare il dolore femminile di fronte alla presa di coscienza della prevaricazione subita e all’enigma del continuare ad amare il carnefice che l’ha prodotta. 

Nelle voci delle donne che danno vita allo spettacolo il dolore si fa sospiro e il sospiro si fa canto. 

Sospirare e trasformare il sospiro in un canto liberatorio, sembra la sola alternativa alla rassegnazione e al silenzio cui sono state condannate per secoli le donne.

Le sonorità griko-salentine si mescolano a quelle mediterranee e orientali sollecitando emozioni ancestrali, in un teatro affidato esclusivamente al corpo-voce dell’attrice e all’empatia.
Nel profondo lavoro di training, che ha preceduto e accompagnato la nascita dello spettacolo, gli aspetti atavici e biologici della vita delle donne si sono inevitabilmente intrecciati agli aspetti storici, sociali e psicologici, facendo emergere immagini femminili contrapposte e nello stesso tempo, convergenti e dando luogo ad inattese soluzioni sceniche e drammaturgiche.
Importante, nell’elaborazione dello spettacolo, è stato l’incontro con le tematiche del Progetto del Terzo Paradiso teorizzato dal grande artista contemporaneo Michelangelo Pistoletto, nel quale si auspica il passaggio ad un nuovo livello di civiltà caratterizzato dall’incontro tra natura e artificio e dalla nascita di una nuova dimensione etica e culturale.

Le suggestioni derivate dalla conoscenza di questo progetto hanno influito in modo notevole sul lavoro drammaturgico: la trasformazione globale del Terzo Paradiso si è rivelata nella speranza in una rigenerazione realizzata dalle donne e in grado di sconfiggere anche la violenza di genere e l’ossessione del “femminicidio”.

Di qui l’emergere, tra le pieghe dello spettacolo, di una “cerimonia collettiva” sottolineata dalla ritualità dei gesti e dal risalto dato ad alcuni archetipi e oggetti simbolici – l’Acqua, la Pietra, il Mare, la Terra – che richiamano la nascita e la rinascita della Vita oltre la violenza e la morte.

     gli uomini, esclusi dal generare la vita che è esperienza esclusivamente femminile (esclusi dal segreto), trovano nella morte un luogo ritenuto più potente della vita in quanto la vita toglie.                                                                                        
                                                                        (Adriana Cavarero, Nonostante Platone.1990)
Perché in Italia ogni tre giorni una donna viene uccisa da un marito, un fidanzato, dal compagno o ex compagno di anni di vita, spesso padre di figli cresciuti insieme? […]
È una guerra.Che va combattuta.
(da Questo non è amore, la 27esima ora, 2013)
Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale.
                                                        (Michelangelo Pistoletto,  Il Terzo Paradiso, 2003-2012)


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Il 21 marzo, come di consueto, Itaca Min Fars Hus ha festeggiato la Giornata Mondiale della Poesia con i baratti di musica e versi  tra attori musicisti e poeti ma, quest’anno, lo ha fatto in modo davvero speciale, grazie al   alla  collaborazione con l’Associazione Multiculturale PHILOS e l’Associazione Culturale RAPSODIA 8.9 e il patrocinio della Città di Martano. 
Insieme, e con la partecipazione di UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali),  le tre associazioni hanno commemorato anche la Giornata Mondiale contro il Razzismo con la partecipazione dei rifugiati politici e richiedenti asilo che hanno partecipato con le loro composizioni musicali e il Coro Multiculturale Rapsodia di Voci, nato dall'esperienza del Laboratorio di Canto e Poesia organizzato dall'Associazione Culturale RAPSODIA 8.9 e diretto dal musicista Gaetano Fidanza
È stata una bellissima festa, all’insegna del riconoscimento della poesia come parola autentica di dialogo e di relazione, luogo privilegiato della comprensione della solidarietà, contro ogni forma di sopraffazione e di discriminazione. 
In un gioco di suoni e parole attori, musicisti e poeti di diverse culture e nazionalità hanno scambiato le rispettive emozioni e riflessioni e barattato i propri versi e le proprie musiche, in un contesto di grande partecipazione di pubblico e senza soluzione di continuità tra spazio scenico e platea, come nella tradizione di ITACA MIN FARS HUS.

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