STINGING MARCH
for Itaca Min Fars Hus
Due grandi eventi per ITACA MIN FARS HUS
in questo frizzante mese di marzo 2016
Amor Mortis l'8 marzo e in Poesia il 21 marzo
Amor Mortis l'8 marzo e in Poesia il 21 marzo
L’8 marzo in occasione della festa della donna. è tornato Amor Mortis, voci di donne tra albe tramonti, ormai uno spettacolo cult di Itaca Min Fars Hus, nell’interpretazione esclusiva della sua autrice, Anna Stomeo, che lo ha scritto nel 2013 e per due anni lo ha portato in scena con Barbara Castrignanò, e oggi è tornata ad interpretarlo da sola in un gioco di voci unico e suggestivo che alterna canto e recitazione, emozioni e riflessioni senza soluzione di continuità.
ITACA MIN FARS HUS Gruppo Teatrale di
Sperimentazione
AMOR MORTIS - Voci di donne tra albe e
tramonti
di e con Anna Stomeo
di e con Anna Stomeo
Foglio di Sala
Attraverso l’evocazione di ancestrali sonorità
mediterranee lo spettacolo, scritto e interpretato da Anna Stomeo, racconta
storie di oggi smarrite tra esordi e declini, tra apparizioni e sparizioni, tra
amore e morte.
In una sola donna parlano più donne e lo fanno
ricorrendo alla testimonianza diretta, ma anche all’evocazione del passato e alla suggestione del mito, in una sorta di tempo sospeso in cui
l’alba si intreccia al tramonto, la speranza al disincanto, l’illusione alla
disillusione.
Una sola voce
sembra moltiplicarsi per raccontare “a più voci” storie di donne che hanno incontrato la
violenza dei loro uomini e ne sono state vittime, fino a percepire fino in
fondo, sul proprio corpo, il legame tra amore e morte, intesi non più solo come
poli che, inevitabilmente, si contrappongono nelle forti passioni, ma quasi
come ineludibile destino che sembra sopraffare la vita delle donne nel presente
non meno che nel passato.
In un continuo fluire di suoni, parole e canti, la
voce rievoca sensazioni, affetti, paure, odi e amori, fondendoli e
confondendoli con le immagini mitiche e con i richiami ancestrali che riportano
la femminilità ad una dimensione originaria di incontro e di fusione con la
natura.
Il dolore delle donne che subiscono violenza e che
sono maltrattate e uccise dai loro stessi uomini diventa, allora, occasione per
una riflessione più profonda, che vorrebbe andare oltre l’indispensabile
denuncia del “femminicidio”, per affrontare l’animo femminile nella sua
espressione più autentica.
Fondamentale, in questo senso, il richiamo al mito
e a ciò che la sua narrazione comporta in termini di comprensione della realtà
umana e naturale.
Demetra, Medea e Cassandra sono le eroine mitiche,
portatrici di una cultura del corpo e della terra, venute dal passato a
testimoniare nel presente l’atavica sofferenza delle donne. Attraverso le loro storie e le loro voci il
mito si ribalta e rivela la sua valenza nel presente.
Demetra, Terra Madre, massima espressione della
soggettività femminile, emerge come simbolo della capacità delle donne di
generare sulla base di una scelta che la prevaricazione del potere maschile di
Zeus trasforma in mera funzione riproduttiva.
Il mito di Demetra definisce la stretta
corrispondenza tra le stagioni dell’anima e quelle della natura, rappresentata
dal ciclo naturale della Vita e dal suo evolversi e degradare, tra nascita e
morte, tra disperazione e speranza.
Accanto a Demetra, l’immagine di Medea e l’immagine
di Cassandra emergono nitide a testimoniare due modi differenti e tragici di
affrontare il dolore femminile di fronte alla presa di coscienza della
prevaricazione subita e all’enigma del continuare ad amare il carnefice che
l’ha prodotta.
Nelle voci delle donne che danno vita allo
spettacolo il dolore si fa sospiro e il sospiro si fa canto.
Sospirare e trasformare il sospiro in un canto
liberatorio, sembra la sola alternativa alla rassegnazione e al silenzio cui
sono state condannate per secoli le donne.
Le sonorità
griko-salentine si mescolano a quelle mediterranee e orientali sollecitando
emozioni ancestrali, in un teatro affidato esclusivamente al corpo-voce
dell’attrice e all’empatia.
Nel profondo
lavoro di training, che ha preceduto e accompagnato la nascita dello
spettacolo, gli aspetti atavici e biologici della vita delle donne si sono
inevitabilmente intrecciati agli aspetti storici, sociali e psicologici,
facendo emergere immagini femminili contrapposte e nello stesso tempo,
convergenti e dando luogo ad inattese soluzioni sceniche e drammaturgiche.
Importante, nell’elaborazione dello spettacolo, è
stato l’incontro con le tematiche del Progetto del Terzo Paradiso teorizzato
dal grande artista contemporaneo Michelangelo Pistoletto, nel quale si auspica
il passaggio ad un nuovo livello di civiltà caratterizzato dall’incontro tra
natura e artificio e dalla nascita di una nuova dimensione etica e culturale.
Le suggestioni derivate dalla conoscenza di questo
progetto hanno influito in modo notevole sul lavoro drammaturgico: la
trasformazione globale del Terzo Paradiso si è rivelata nella speranza in una
rigenerazione realizzata dalle donne e in grado di sconfiggere anche la violenza
di genere e l’ossessione del “femminicidio”.
Di qui
l’emergere, tra le pieghe dello spettacolo, di una “cerimonia collettiva”
sottolineata dalla ritualità dei gesti e dal risalto dato ad alcuni archetipi e
oggetti simbolici – l’Acqua, la Pietra, il Mare, la Terra – che richiamano la
nascita e la rinascita della Vita oltre la violenza e la morte.
…gli uomini, esclusi dal generare la vita che è
esperienza esclusivamente femminile (esclusi dal segreto), trovano nella morte
un luogo ritenuto più potente della vita in quanto la vita toglie.
(Adriana Cavarero,
Nonostante Platone.1990)
Perché in Italia ogni tre
giorni una donna viene uccisa da un marito, un fidanzato, dal compagno o ex
compagno di anni di vita, spesso padre di figli cresciuti insieme? […]
È una guerra.Che va
combattuta.
(da Questo non è amore, la 27esima ora, 2013)
Il Terzo Paradiso è il nuovo mito che porta ognuno
ad assumere una personale responsabilità in questo frangente epocale.
(Michelangelo
Pistoletto, Il Terzo Paradiso,
2003-2012)
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Il 21 marzo, come di consueto, Itaca Min Fars Hus ha
festeggiato la Giornata Mondiale della Poesia con i baratti di musica e versi tra attori musicisti e poeti ma, quest’anno,
lo ha fatto in modo davvero speciale, grazie al
alla collaborazione con l’Associazione
Multiculturale PHILOS e l’Associazione Culturale RAPSODIA 8.9 e il patrocinio
della Città di Martano.
Insieme, e con la partecipazione di UNAR (Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali), le tre
associazioni hanno commemorato anche la Giornata Mondiale contro il Razzismo
con la partecipazione dei rifugiati politici e richiedenti asilo che hanno
partecipato con le loro composizioni musicali e il Coro Multiculturale Rapsodia di Voci, nato dall'esperienza del
Laboratorio di Canto e Poesia organizzato dall'Associazione Culturale RAPSODIA
8.9 e diretto dal musicista Gaetano
Fidanza.
È stata una bellissima festa, all’insegna del riconoscimento
della poesia come parola autentica di dialogo e di relazione, luogo privilegiato
della comprensione della solidarietà, contro ogni forma di sopraffazione e di
discriminazione.
In un gioco di suoni e parole attori, musicisti e poeti di
diverse culture e nazionalità hanno scambiato le rispettive emozioni e
riflessioni e barattato i propri versi e le proprie musiche, in un contesto di
grande partecipazione di pubblico e senza soluzione di continuità tra spazio
scenico e platea, come nella tradizione di ITACA MIN FARS HUS.
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